Nel 1910 fu introdotto il modello di malta da 21 cm 10, che sostituì il modello obsoleto da 21 cm 99, privo di sistema di rinculo. Durante la prima guerra mondiale, alcune varianti della malta furono dotate anche di uno scudo protettivo e furono prodotte munizioni speciali per la malta utilizzata nelle operazioni d'assedio per conquistare le pesanti armature in cemento armato delle fortezze.
Poiché l'autonomia era di soli 7 chilometri, nel 1916 fu introdotta una versione migliorata della malta (mortaio da 21 cm modello 16) per le truppe d'artiglieria.
Scheda tecnica:
Denominazione: | Malta da 21 cm modello 10 |
Paese di produzione: | Impero tedesco |
Aziende produttrici: | Krupp |
Anno di introduzione: | 1910 |
Numero dei pezzi: | 256 |
Calibro: | 211mm |
Lunghezza del tubo: | 2530mm |
Velocità di sparo: | 1 colpo/min |
Peso: | 11.865Kg |
Già nel 1915 la società Krupp fu incaricata di migliorare l'attuale fucile da mortaio modello 10 da 21 cm, in quanto la distanza di 7 chilometri del fucile era considerata troppo breve a causa della guerra di posizione sul fronte occidentale.
Nel 1916 fu introdotto il successore con la denominazione di malta da 21 cm modello 16. La differenza principale era la canna da fuoco estesa, con la quale l'autonomia poteva essere aumentata a 8 chilometri.
Le dimensioni della pistola, d'altra parte, rendeva impossibile spostarla rapidamente. Inoltre, la pistola doveva essere smontata e distribuita a un totale di 3 ganci di carico per poter essere riposizionata. Con l'introduzione dei trattori a motore, la pistola è stata successivamente modificata in modo da dover rimuovere solo lo scudo per il trasporto.
La Wehrmacht utilizzava ancora l'arma durante la seconda guerra mondiale, prima di essere gradualmente sostituita dal modello 21 cm di malta da mortaio modello 18.
Scheda tecnica:
Denominazione: | Malta da 21 cm modello 16 |
Paese di produzione: | Impero tedesco |
Aziende produttrici: | Krupp |
Anno di introduzione: | 1916 |
Numero dei pezzi: | 489 |
Calibro: | 211mm |
Lunghezza del tubo: | 3063mm |
Velocità di sparo: | 1 colpo/min |
Peso: | 8705Kg |
Qui potete trovare la letteratura giusta:
Le trattrici italiane della grande guerra. Il traino meccanico delle artiglierie dalle origini al 1918
Storia dei mezzi meccanici che hanno permesso lo spostamento veloce di artiglierie - ma anche di uomini e materiali - da una parte all'altra del fronte italiano nella Prima Guerra Mondiale.
Artiglieria da trincea austro ungarica e germanica. Ediz. illustrata: 1
Tecnica, munizionamento e industria bellica alla prova dell'uso in prima linea per l'appoggio della fanteria e delle squadre d'assalto.
Artiglieria da trincea austro ungarica e germanica: 2
Fuoco sull'Ortigara. Artiglieria pesante e aviazione nella grande guerra
Furono tra i protagonisti militarmente rilevanti della battaglia dell’Ortigara, ma la loro presenza è passata sostanzialmente sotto silenzio. Le artiglierie ferroviarie francesi ritrovano ora il ruolo che gli spetta nella storia del conflitto lungo il fronte italiano grazie a Luca Girotto e Luigino Caliaro, autori di “Fuoco sull’Ortigara”. 168 pagine a colori, formato 21×23, che con il supporto di oltre 140 straordinarie foto in gran parte inedite e grazie a documenti usciti dagli archivi d’oltralpe documentano per la prima volta una storia mai scritta prima.Spiegano gli autori: in previsione della battaglia dell’Ortigara, gli accordi tra alleati prevedevano l’arrivo di un appoggio d’artiglieria francese a supporto dell’offensiva. Per varie ragioni, soprattutto per non privarsi di artiglierie campali assolutamente indispensabili sul fronte occidentale, la scelta francese ricadde sull’invio di alcune imponenti artiglierie ferroviarie pesanti. Per immaginare quale impatto possono aver avuto sui contemporanei è sufficiente guardare gli scatti ritrovati da Girotto e Caliaro che documentano la mole colossale di cannoni come quelli da 320 mm M.le 70-93 su affusto Schneider con una lunghezza complessiva della struttura di quasi 26 metri per 162.000 kg di peso.
Basti in groppa! L'artiglieria someggiata dall'Armata Sarda all'Esercito Italiano
Sullo specifico argomento esistono solo un numero sorprendentemente ridotto di lavori limitati all'ambiente alpino e all'artiglieria da montagna ma altri aspetti, come l'artiglieria coloniale e l'artiglieria someggiata non alpina sono rimasti in gran parte inesplorati. Ecco quindi un interessante e inedito studio sulla storia di tutte le artiglierie someggiate dell'Esercito Italiano, a partire dalle guerre risorgimentali e fino ai giorni nostri, illustrato con un'importante numero di fotografie, stampe e disegni.
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