Incrociatore protetto HMS Hawke

L'incrociatore protetto HMS Hawke apparteneva alla classe Edgar, la cui costruzione fu decisa da un totale di nove navi nel programma di costruzione della flotta del 1889. 

 

Lancio e progettazione:

Con il programma di costruzione della flotta del 1889, noto anche come Naval Defence Act 1889, furono adottate misure per ampliare la Royal Navy. La marina britannica dovrebbe avere dimensioni almeno doppie rispetto a quelle delle due marine successive messe insieme.

Per questo progetto, tuttavia, si è rinunciato alla costruzione di incrociatori corazzati, poiché questi erano più costosi e il periodo di costruzione era più lungo di quello degli incrociatori protetti. Così, oltre alla classe Edgar, furono decise anche la classe Apollo, la classe Pearl, la classe Royal Sovereign e la classe Centurion.

Le navi della classe Edgar sono uscite dalla classe Blake, ma erano leggermente più piccole. Come armamento principale sono stati scelti due cannoni da 234 mm L/31,5 Mk.VI, uno a prua e uno a poppa della nave. Inoltre, sono state montate dieci pistole a fuoco rapido L/40 da 152 mm e 12 pistole a fuoco rapido Hotchkiss L/40 da 6 libbre.

Il lancio dell'HMS Hawke avvenne l'11 marzo 1891, la messa in servizio nel corso dell'anno 1892.

 

 

Incrociatore protetto HMS Hawke

Incrociatore protetto HMS Hawke

 

 

 

Storia di HMS Hawke:

Poco dopo la messa in servizio, la nave ebbe un incidente il 16 agosto e il 26 settembre 1892, in cui la nave fu riparata e la consegna alla Royal Navy fu ritardata.

Dopo che la corazzata HMS Victoria affondò durante una manovra del 23 giugno 1893, la Hawke fu inviata nel Mediterraneo in sostituzione nel luglio 1893.

Durante la guerra turco-greca e l'occupazione di Creta da parte delle truppe greche il 15 febbraio 1897, le grandi potenze europee, in particolare Gran Bretagna, Francia e Russia, cominciarono ad intervenire. Dopo che le truppe ottomane riuscirono a sconfiggere le truppe greche, iniziarono i negoziati diplomatici sullo status di Creta. HMS Hawke ha partecipato inviando le truppe greche dall'isola alla Grecia.

Dopo la conclusione delle trattative sullo statuto speciale indipendente di Creta, HMS Hawke fu ordinato di nuovo in Gran Bretagna e servì la flotta dei canali fino al 1904.

Dopo una revisione tra la fine del 1904 e l'inizio del 1905 la nave fu utilizzata negli anni successivi come nave scuola del 4° squadrone di incrociatori e per lo scambio di equipaggi all'estero.

 

 

 

Uso in guerra:

Quando scoppiò la prima guerra mondiale, otto delle nove navi della classe Edgar furono assegnate alla decima squadra di incrociatori e assunsero compiti di sicurezza nel Mare del Nord.

 

 

 

Ubicazioni:

Il 15 ottobre 1914 l'HMS Hawke fu silurato dal sottomarino tedesco U-9 e affondò in pochi minuti.

527 membri dell'equipaggio sono morti nell'attacco, 65 sono stati salvati.

 

 

 

Dati della nave:

Nome:  

HMS Hawke

Terra:  

Gran Bretagna

Tipo di nave:  

Incrociatore protetto

Classe:  

Edgar-Classe

Cantiere:  

Chatham Dockyard

Costi di costruzione:  

sconosciute

Varo:  

11 marzo 1891

Messa in servizio:  

Corso dell'anno 1892

Ubicazioni:  

Il 15 ottobre 1914 affondato dal sottomarino tedesco U-9

Lunghezza:  

118,18 metri

Larghezza:  

18,3 metri

Bozza:  

7,3 metri

Spostamento:  

Massimo 7.350 tonnellate

Guarnigione:  

544 uomini

Guida:  

2 macchine ad espansione

Potere:  

12.000 PS

Velocità massima:  

20 nodi

 

Armamento:

 

2 x 234 mm cannone

10 x 152 mm cannone

Pistole da 12 x 6 libbre

2 x tubi siluro da 381 mm

Corazza:  

sconosciute

 

 

 

 

 

Qui potete trovare la letteratura giusta:

 

Aspetti marittimi della prima guerra mondiale

Aspetti marittimi della prima guerra mondiale Copertina flessibile – 20 nov 2018

Quando si parla di Prima Guerra Mondiale nella mente appaiono immagini raffiguranti cruenti combattimenti terrestri, i gas, la sofferenza della vita in trincea o sulle montagne innevate, dimenticando che la Prima Guerra Mondiale ha avuto una dimensione marittima non secondaria rispetto a quella terrestre, anzi. Appunto in questo sta la peculiarità dell'opera, che guarda e interpreta gli eventi politico-strategici da un punto di vista marittimo, spesso trascurato da molti storici, che privilegiano una visione "terrestre" di quella grande tragedia, non evidenziando a sufficienza che essa fu per gran parte provocata dalla rivalità sui mari e risolta dall'esercizio del potere marittimo dell'Intesa. Prima ancora che si scatenasse il conflitto, infatti, quelli che sarebbero diventati gli opposti schieramenti si confrontarono duramente sul mare con la "diplomazia delle cannoniere", per assicurarsi la libertà di navigazione e il libero accesso alle fonti di materie prime, ponendo sostanzialmente le premesse per il successivo scontro armato. Dopo lo scoppio delle ostilità, la lotta sul mare ha influito in maniera determinante sull'esito della guerra stessa, tant'è vero che il dominio dei mari da parte dell'Intesa e dei suoi alleati ha impedito che le Potenze Centrali potessero disporre di regolari rifornimenti, causando la loro sconfitta per esaurimento delle risorse. In tale ambito, il ruolo strategico dell'Italia è stato estremamente rilevante, nonostante l'esiguità dei mezzi e la relativa modestia delle risorse. Attingendo da fonti inedite, ma sicuramente autorevoli, il libro ripercorre gli eventi politico-marittimi precedenti allo scoppio delle ostilità, narra gli aspetti strategici dei principali scontri navali e illustra le principali ripercussioni politico-strategiche del conflitto. A 100 anni dalla fine di quell'inutile strage, il messaggio che il libro vuole trasmettere, attraverso la descrizione e la lettura degli eventi politico-strategici, è che gli aspetti marittimi hanno influito in maniera determinante sia sull'esplosione del conflitto che sulle successive vicende terrestri e che la Grande Guerra, ancora oggi, ha ancora molto da insegnare a chi desidera comprenderne le motivazioni reali, per evitare di compiere gli stessi errori.

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Navi al fronte. La marina italiana e la grande guerra

Navi al fronte. La marina italiana e la grande guerra Copertina flessibile – 8 lug 2015

Le date, i nomi, gli avvenimenti più importanti e i fatti poco conosciuti della storia della Regia Marina durante la Prima guerra mondiale. Dal 24 maggio del 1915 e per 41 mesi di conflitto la Marina italiana ebbe un ruolo da protagonista a dimostrazione che la Grande Guerra non si combatté solo nelle trincee e sulle montagne. La Marina adottò una strategia di attesa e di deterrenza basata sulla conquista del potere marittimo in Adriatico, di cui lo sbarramento del Canale d'Otranto fu il più fulgido esempio. Grazie all'ammiraglio Paolo Thaon di Revel la Marina approntò le misure necessarie per difendere il patrimonio culturale e artistico italiano a partire da Venezia. A questo si aggiunsero vere e proprie operazioni che oggi definiremmo di carattere umanitario quale il salvataggio del popolo e dell'esercito serbo, la cessione di alcune navi per accogliere trovatelli, orfani, figli di pescatori morti in guerra o in mare seguito di naufragio. Grazie al contributo della Marina nacquero le "navi-asilo" che a Genova, Bari, Napoli e Venezia "arruolarono" alla cultura del mare tanti "marinaretti" sottraendoli alla strada, alla fame e alla criminalità. Non mancarono, infine, le eroiche e ardite operazioni, come la famigerata "beffa di Buccari", l'impresa di Pola e la difficile operazione di Premuda, che la Marina Militare ancora oggi celebra ogni 10 giugno come festa di Forza Armata, ad opera di Luigi Rizzo e Giuseppe Aonzo al comando dei MAS 15 e MAS 21.

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"Battaglie sconosciute" è la storia di tutte le 40 azioni di superficie combattute in Adriatico dalla Regia Marina durante la Grande Guerra. Alcune non erano mai state ricordate neppure nelle opere ufficiali (risalenti a loro volta a settant'anni fa) e nessuna era stata messa puntualmente a confronto con la contemporanea documentazione originale della marina austro-ungarica. Il quadro, finalmente completo, che emerge è quello di una guerra molto diversa da quello che la vulgata corrente ha ricordato, distrattamente, per un secolo. Questo libro è però anche un'analisi inaspettata, a cent'anni dal primo conflitto mondiale, in merito ai veri ruoli rivestiti da amici e nemici nel corso di quella strana guerra. Basato su fonti originali e su una ricca documentazione d'archivio "Battaglie sconosciute" può essere definito un saggio non convenzionale soltanto perché non indulge alla retorica del tempo, ma affronta a mente fredda anche le quantità economiche, politiche, diplomatiche e spionistiche che fanno, silenziosamente, da sfondo a qualsiasi guerra sul mare.

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Nate come strumento per affermare la potenza navale di una nazione, le navi da guerra erano in origine poco più che navi mercantili armate con archi e balestre. I rapidi sviluppi tecnologici della nautica portarono alla nascita delle prime vere navi da combattimento, sebbene ancora limitate nella loro capacità offensiva e raggio d'azione. Le tattiche di battaglia navale restarono pertanto inalterate per più di 1500 anni. Il primo vero cambiamento avvenne con l'introduzione della polvere da sparo, che rese possibile alle navi di attaccare a distanza e di elevare i cannoni al rango di armi principali. Il ventesimo secolo celebrerà la trasformazione definitiva della marina militare.

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