I cannoni a caricamento rapido di 24 cm erano originariamente destinati alle corazzate Kaiser Friedrich III e Wittelsbach. Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, tuttavia, molte delle corazzate non furono più prodotte e la Marina diede i fucili ora rilasciati all'esercito per convertirli in artiglieria.
8 cannoni sono stati utilizzati per la difesa costiera a Sylt e Norderney, mentre i restanti 18 sono stati preparati come artiglieria pesante mobile per il fronte occidentale. Tuttavia, il più alto comando dell'esercito si rese presto conto che il tempo per il montaggio e lo smontaggio dei cannoni richiedeva troppo tempo, così la società Krupp li ha adattati di conseguenza per essere utilizzati come armi ferroviarie.
Dopo la prima guerra mondiale, l'impero tedesco dovette cedere 3 fucili al Belgio, 4 potevano essere conservati per la difesa costiera, mentre i fucili rimanenti furono smantellati.
Dopo la presa del potere da parte dei nazionalsocialisti e la ricostruzione delle forze armate, la società Krupp fu incaricata di costruire nuovamente i cannoni della ferrovia mobile a partire da 3 dei 4 cannoni utilizzati per la difesa costiera. Nel 1937 vengono consegnate le armi operative, utilizzate durante la campagna occidentale contro le fortificazioni francesi. In Belgio, la Wehrmacht riuscì anche a recuperare una delle armi che dovevano essere consegnate al Belgio dopo la prima guerra mondiale.
Tutte e quattro le armi sono state poi utilizzate nel sud-ovest della Francia a Hendaye e Saint-Jean-de-Luz vicino al confine spagnolo. Il 1° settembre 1944, le merci furono trasportate di nuovo in Germania, anche se il loro successivo luogo di permanenza rimane ancora oggi sconosciuto.
Scheda tecnica:
Denominazione: | 24 cm cannone ad azione rapida |
Paese di produzione: | Impero tedesco |
Aziende produttrici: | Krupp |
Anno di introduzione: | 1916 |
Numero dei pezzi: | 26 |
Calibro: | 238mm |
Lunghezza del tubo: | 8.860mm |
Velocità di sparo: | sconosciuto |
Peso: | 110.200Kg |
Qui potete trovare la letteratura giusta:
Le trattrici italiane della grande guerra. Il traino meccanico delle artiglierie dalle origini al 1918
Storia dei mezzi meccanici che hanno permesso lo spostamento veloce di artiglierie - ma anche di uomini e materiali - da una parte all'altra del fronte italiano nella Prima Guerra Mondiale.
Artiglieria da trincea austro ungarica e germanica. Ediz. illustrata: 1
Tecnica, munizionamento e industria bellica alla prova dell'uso in prima linea per l'appoggio della fanteria e delle squadre d'assalto.
Artiglieria da trincea austro ungarica e germanica: 2
Fuoco sull'Ortigara. Artiglieria pesante e aviazione nella grande guerra
Furono tra i protagonisti militarmente rilevanti della battaglia dell’Ortigara, ma la loro presenza è passata sostanzialmente sotto silenzio. Le artiglierie ferroviarie francesi ritrovano ora il ruolo che gli spetta nella storia del conflitto lungo il fronte italiano grazie a Luca Girotto e Luigino Caliaro, autori di “Fuoco sull’Ortigara”. 168 pagine a colori, formato 21×23, che con il supporto di oltre 140 straordinarie foto in gran parte inedite e grazie a documenti usciti dagli archivi d’oltralpe documentano per la prima volta una storia mai scritta prima.Spiegano gli autori: in previsione della battaglia dell’Ortigara, gli accordi tra alleati prevedevano l’arrivo di un appoggio d’artiglieria francese a supporto dell’offensiva. Per varie ragioni, soprattutto per non privarsi di artiglierie campali assolutamente indispensabili sul fronte occidentale, la scelta francese ricadde sull’invio di alcune imponenti artiglierie ferroviarie pesanti. Per immaginare quale impatto possono aver avuto sui contemporanei è sufficiente guardare gli scatti ritrovati da Girotto e Caliaro che documentano la mole colossale di cannoni come quelli da 320 mm M.le 70-93 su affusto Schneider con una lunghezza complessiva della struttura di quasi 26 metri per 162.000 kg di peso.
Basti in groppa! L'artiglieria someggiata dall'Armata Sarda all'Esercito Italiano
Sullo specifico argomento esistono solo un numero sorprendentemente ridotto di lavori limitati all'ambiente alpino e all'artiglieria da montagna ma altri aspetti, come l'artiglieria coloniale e l'artiglieria someggiata non alpina sono rimasti in gran parte inesplorati. Ecco quindi un interessante e inedito studio sulla storia di tutte le artiglierie someggiate dell'Esercito Italiano, a partire dalle guerre risorgimentali e fino ai giorni nostri, illustrato con un'importante numero di fotografie, stampe e disegni.
This post is also available in: Deutsch (Tedesco) English (Inglese) Français (Francese) 简体中文 (Cinese semplificato) Русский (Russo) Español (Spagnolo) العربية (Arabo)