La portaerei SMS Ausonia era un concetto della Marina Imperiale che prevedeva che un piroscafo avesse a disposizione in alto mare una piattaforma galleggiante per gli aerei da ricognizione.
Lancio e progettazione:
Poco prima dell'inizio della prima guerra mondiale, sia la Gran Bretagna che l'Impero tedesco sperimentarono con le navi madri degli aerei. Questi erano destinati quasi esclusivamente a trasportare idrovolanti, a lanciarli in acqua e a riprenderli dopo il volo per effettuare voli di ricognizione. Tuttavia, è stato presto riconosciuto che il tempo necessario per abbassare e ritirare un aereo era troppo lungo e che le navi madri dell'aereo dovevano fermarsi per questo processo. Per questo motivo sono stati elaborati dei concetti per poter offrire una piattaforma agli aerei a ruote, poiché in questo caso il risparmio di tempo sarebbe enorme e queste portaerei potrebbero tenere il passo con le altre navi da guerra anche in termini di velocità e portata.
A tal fine, la parte tedesca ha iniziato a convertire a questo scopo una nave passeggeri italiana non finita. La nave scelta era una nave passeggeri varata il 15 aprile 1915 che sarebbe stata abbastanza grande per una tale trasformazione.
L'idea era di ospitare 19 idrovolanti e 10 aerei a ruote con un lungo ponte di atterraggio a poppa per il decollo e l'atterraggio e un ponte di decollo più corto sulla prua da cui l'aereo poteva decollare direttamente dall'hangar. A differenza delle portaerei già costruite dalla Gran Bretagna, il design tedesco dovrebbe avere un'isola di comando, in quanto sono diventate standard per le portaerei successivi.
Dimora:
Durante la guerra, la dirigenza navale tedesca aveva già fatto trasformare alcune navi passeggeri, navi mercantili e vecchie navi da guerra in navi madri di aerei. Tuttavia, poiché la capacità operativa, il numero di aeromobili e altre caratteristiche non erano soddisfacenti, nell'ottobre 1918 si decise di trasformare una nave passeggeri non finita in una portaerei.
A causa della fine della guerra nel novembre 1918, le misure di conversione non potevano più essere attuate e lo scafo della nave fu demolito nel 1922.
Dati della nave:
Nome: |
SMS Ausonia |
Terra: |
Impero tedesco |
Tipo di nave: |
Portaerei |
Classe: |
Nave singola |
Cantiere: |
Blohm & Voss, Hamburg |
Spese di costruzione: |
sconosciuto |
Varo: |
15 aprile 1915 |
Messa in servizio: |
Non finito |
Dimora: |
1922 scartato |
Lunghezza: |
158,8 metri |
Larghezza: |
18,8 metri |
Pescaggio: |
Massimo 7,43 metri |
Spostamento: |
Massimo 12.585 tonnellate |
Guarnigione: |
sconosciuto |
Forza motrice: |
2 turbine a vapore di Blohm e Voss |
Prestazione: |
18.000 PS |
Velocità massima: |
21 nodi |
Armamento: |
19 idrovolanti 10 Aerei da bicicletta
|
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Aspetti marittimi della prima guerra mondiale
Quando si parla di Prima Guerra Mondiale nella mente appaiono immagini raffiguranti cruenti combattimenti terrestri, i gas, la sofferenza della vita in trincea o sulle montagne innevate, dimenticando che la Prima Guerra Mondiale ha avuto una dimensione marittima non secondaria rispetto a quella terrestre, anzi. Appunto in questo sta la peculiarità dell'opera, che guarda e interpreta gli eventi politico-strategici da un punto di vista marittimo, spesso trascurato da molti storici, che privilegiano una visione "terrestre" di quella grande tragedia, non evidenziando a sufficienza che essa fu per gran parte provocata dalla rivalità sui mari e risolta dall'esercizio del potere marittimo dell'Intesa. Prima ancora che si scatenasse il conflitto, infatti, quelli che sarebbero diventati gli opposti schieramenti si confrontarono duramente sul mare con la "diplomazia delle cannoniere", per assicurarsi la libertà di navigazione e il libero accesso alle fonti di materie prime, ponendo sostanzialmente le premesse per il successivo scontro armato. Dopo lo scoppio delle ostilità, la lotta sul mare ha influito in maniera determinante sull'esito della guerra stessa, tant'è vero che il dominio dei mari da parte dell'Intesa e dei suoi alleati ha impedito che le Potenze Centrali potessero disporre di regolari rifornimenti, causando la loro sconfitta per esaurimento delle risorse. In tale ambito, il ruolo strategico dell'Italia è stato estremamente rilevante, nonostante l'esiguità dei mezzi e la relativa modestia delle risorse. Attingendo da fonti inedite, ma sicuramente autorevoli, il libro ripercorre gli eventi politico-marittimi precedenti allo scoppio delle ostilità, narra gli aspetti strategici dei principali scontri navali e illustra le principali ripercussioni politico-strategiche del conflitto. A 100 anni dalla fine di quell'inutile strage, il messaggio che il libro vuole trasmettere, attraverso la descrizione e la lettura degli eventi politico-strategici, è che gli aspetti marittimi hanno influito in maniera determinante sia sull'esplosione del conflitto che sulle successive vicende terrestri e che la Grande Guerra, ancora oggi, ha ancora molto da insegnare a chi desidera comprenderne le motivazioni reali, per evitare di compiere gli stessi errori.
Navi al fronte. La marina italiana e la grande guerra
Le date, i nomi, gli avvenimenti più importanti e i fatti poco conosciuti della storia della Regia Marina durante la Prima guerra mondiale. Dal 24 maggio del 1915 e per 41 mesi di conflitto la Marina italiana ebbe un ruolo da protagonista a dimostrazione che la Grande Guerra non si combatté solo nelle trincee e sulle montagne. La Marina adottò una strategia di attesa e di deterrenza basata sulla conquista del potere marittimo in Adriatico, di cui lo sbarramento del Canale d'Otranto fu il più fulgido esempio. Grazie all'ammiraglio Paolo Thaon di Revel la Marina approntò le misure necessarie per difendere il patrimonio culturale e artistico italiano a partire da Venezia. A questo si aggiunsero vere e proprie operazioni che oggi definiremmo di carattere umanitario quale il salvataggio del popolo e dell'esercito serbo, la cessione di alcune navi per accogliere trovatelli, orfani, figli di pescatori morti in guerra o in mare seguito di naufragio. Grazie al contributo della Marina nacquero le "navi-asilo" che a Genova, Bari, Napoli e Venezia "arruolarono" alla cultura del mare tanti "marinaretti" sottraendoli alla strada, alla fame e alla criminalità. Non mancarono, infine, le eroiche e ardite operazioni, come la famigerata "beffa di Buccari", l'impresa di Pola e la difficile operazione di Premuda, che la Marina Militare ancora oggi celebra ogni 10 giugno come festa di Forza Armata, ad opera di Luigi Rizzo e Giuseppe Aonzo al comando dei MAS 15 e MAS 21.
Battaglie sconosciute. Storia della Regia Marina durante la grande guerra
"Battaglie sconosciute" è la storia di tutte le 40 azioni di superficie combattute in Adriatico dalla Regia Marina durante la Grande Guerra. Alcune non erano mai state ricordate neppure nelle opere ufficiali (risalenti a loro volta a settant'anni fa) e nessuna era stata messa puntualmente a confronto con la contemporanea documentazione originale della marina austro-ungarica. Il quadro, finalmente completo, che emerge è quello di una guerra molto diversa da quello che la vulgata corrente ha ricordato, distrattamente, per un secolo. Questo libro è però anche un'analisi inaspettata, a cent'anni dal primo conflitto mondiale, in merito ai veri ruoli rivestiti da amici e nemici nel corso di quella strana guerra. Basato su fonti originali e su una ricca documentazione d'archivio "Battaglie sconosciute" può essere definito un saggio non convenzionale soltanto perché non indulge alla retorica del tempo, ma affronta a mente fredda anche le quantità economiche, politiche, diplomatiche e spionistiche che fanno, silenziosamente, da sfondo a qualsiasi guerra sul mare.
Storia delle navi da guerra. Ediz. illustrata
Nate come strumento per affermare la potenza navale di una nazione, le navi da guerra erano in origine poco più che navi mercantili armate con archi e balestre. I rapidi sviluppi tecnologici della nautica portarono alla nascita delle prime vere navi da combattimento, sebbene ancora limitate nella loro capacità offensiva e raggio d'azione. Le tattiche di battaglia navale restarono pertanto inalterate per più di 1500 anni. Il primo vero cambiamento avvenne con l'introduzione della polvere da sparo, che rese possibile alle navi di attaccare a distanza e di elevare i cannoni al rango di armi principali. Il ventesimo secolo celebrerà la trasformazione definitiva della marina militare.
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